30/12/14

I concetti: Indoeuropeo, Lineare A e B, Koinè e Dialektoi


Prima di addentrarci nell'analisi della letteratura greca vera e propria, è opportuno chiarire alcuni concetti fondamentali per la piena comprensione degli autori greci.

Legenda delle probabili migrazioni
indoeuropee

Il primo concetto che oggi analizzeremo è il cosiddetto indoeuropeo.Cosa si intende precisamente con questa parola?
Iniziamo subito col dire che questo termini è molto ricorrente quando si parla dell'origine di lingue e popoli antichi: gli Indoeuropei erano popoli che ,come suggerisce l'etimologia del termine, si stabilirono in Europa attorno al III/II millennio a.c, dopo svariate migrazioni da alcune regioni asiatiche. Sebbene il concetto di lingue e popoli indoeuropei sia oggi convenzionalmente riconosciuto, è importante sottolineare che tutta questa teoria, in mancanza di prove certe, è una semplice congettura postulata dagli storici e dai linguisti che hanno notato affinità di lingua e cultura tra popolo solo apparentemente lontani tra loro, ma evidentemente accomunati da una matrice etnica.

Arthur Evans, uno dei pionieri
dell'archeologia del XIX secolo


Concentriamoci ora su un invenzione molto antica: la scrittura. Tutti sappiamo che il passaggio definitivo da Preistoria a Storia avvenne in contemporanea con la nascita delle prime, rudimentali forme di scrittura. Per quanto riguarda la Grecia, il suo particolarissimo alfabeto è il risultato di un lungo processo evolutivo. I Greci dovettero molto ai Fenici, gli inventori dell'alfabeto, ma le prime forme di scrittura ellenica furono la Lineare A e la Lineare B.

Tavoletta in Lineare A


La Lineare A è una forma di alfabeto sillabico utilizzata a Creta, proprio della Civiltà Minoica. Malgrado siano stati rinvenute alcune iscrizione, la Lineare A nota anche come Minoico non è stata ancora decifrata, anche se è presumibile che avesse un carattere prettamente pragmatico, essendo utilizzata per scopi pratici come elenchi di natura economica oppure invocazioni divine.

Tavoletta in Lineare B

Diverso è invece il discorso inerente la lineare B, sviluppata dalla civiltà micenea e per questo nota anche come Miceneo. A differenza dell'oscura lineare A, la lineare B è stata abilmente decifrata dai due archeologi inglesi Michael Ventris e John Chadwick nel 1934. Le tavolette sui cui venivano trascritti con uno stilo i testi furono ritrovate anche nel palazzo di Cnosso da Arthur Evans, segno che la Lineare B può essere considerata un'evoluzione della Lineare A. Caduta la civiltà minoica, la civiltà micenea fece proprio questo particolare sistema linguistico, come dimostrano i ritrovamenti a Micene e in altre città greche. La particolarità di queste scritture lineari e sillabichi consiste nell'elevatissimo numero di segni: non esistevano le singole lettere, bensì le sillabe, motivo per il quale sono attestati oltre 90 segni. Questi due "alfabeti" non furono utilizzati, per quanto si sappia tuttora, con finalità letterarie.


I dialetti nella Grecia antica


La lingua greca, così come le lingue moderne, aveva una struttura di base comune, suddivisa però in vari dialetti.Il greco antico standard, privo di regionalismi, è detto koinè, mentre i dialektoi principali sono:
- Ionico (Asia minore e Isole Cicladi);
- Attico (Attica, quindi Atene);
- Eolico (Beozia, Tessaglia e isola di Lesbo);
- Dorico (Peloponneso,Creta e Magna Grecia).

Ab Urbe Condita

21 Aprile 753: una data da fissare bene in mente. Il 21 Aprile di 753 anni prima del fatidico anno zero è nientepopodimenoche il Natale di Roma, un giorno sacro per gli antichi abitanti dell'Urbe. Ma qual è la vera origine della capitale di Italia?

Mosaico raffigurante Publio Virgilio Marone, autore
dell'Eneide.

Il problema della nascita di Roma arrivò ad interessare autori del calibro di Virgilio,Tito Livio ed Ennio, che ricondussero l'origine della loro amata patria alla leggenda più famosa del mondo, ossia la storia del fondatore eponimo di Roma, Romolo, e di suo fratello gemello, Remo. Ciò che non tutti sanno è che tale leggenda è legata anche con la guerra di Troia: Roma si sviluppò da un centro dell'antico Lazio (Latium Vetus) di origini troiane ossia Alba Longa.

La lupa trovò i gemelli ai piedi del famoso
Fico Ruminale. Grazie a questo episodio, il fico godette
di particolare importanza e sacralità presso i Romani.

Secondo la leggenda, dopo la vittoria di Enea sui popoli laziali, Ascanio, suo figlio, diede vita alla città di Alba Longa, la cui etimologia è probabilmente riconducibile al monte Albano sotto sui era stata fondata oppure ad una scrofa bianca, indicata come Alba, che partorì trenta porcellini. La tradizione afferma che la città passò nelle mani di circa dieci tiranni, l'ultimo dei quali fu Numitore,padre di Rea Silvia, che venne spodestato dal malvagio fratello Amulio. Rea Silvia fu costretta da quest'ultimo a prendere i voti e ad iniziarsi al culto della dea del focolare, Vesta: la donna divenne una vestale, speciale sacerdotessa il cui compito era quello di vigilare sul focolare sacro, rimanendo casta. Marte,dio della Guerra, si invaghì tuttavia della giovane e dalla loro unione nacquero i gemelli Romolo e Remo, che, abbandonati sulle rive del Tevere, vennero trovati e allattati da una lupa, prima di essere educati da un pastore locale. Divenuti grandi vennero a conoscenza della loro origine: uccisero Amulio e Numitore potè finalmente riprendersi il trono.

Romolo tracciò con l'aratro il Solco Primigenio, confine sacro e invalicabile di Roma.
    

Dopo questo avvenimento, Romolo e Remo decisero di fondare una nuova città, entrando in contrasto. Dopo aver interpretato alcuni segni del cielo, Romolo iniziò a costruire la futura Roma, non prima di aver delimitato un solco sacro, il Pomerio, da non oltrepassare. Remo, non curante del pericolo e indispettito per essere stato sconfitto dal fratello, non rispettò gli ordini del fratello e venne brutalmente ucciso. Da questa contesa familiare nacque Roma. Piccola curiosita: in Latino, mammella si dice Ruma. Secondo molti, questo particolare starebbe alla base dell'etimologia di Romolo e Remo, nonchè di Roma. Altra ipotesi etimologica ricondurrebbe il nome della città al fiume Tevere, il cui nome arcaico sarebbe Rumon

La leggenda rimane la leggenda: se non ci fosse quell'elemento mitico, la storia della fondazione non sarebbe sicuramente così affascinante. Gli studiosi credono che Roma sia il risultato di un lungo sinecismo tra le popolazioni laziali, ossia una fusione culturale ed etnica tra più stirpi. Inizialmente un piccolo villaggio di pastori e contadini, Roma emerse subito nel panorama laziale, complice l'ubicazione favorevole e strategica.

Il fiume Tevere permetteva diverse rapporti commerciali con altri popoli, quali Etruschi a nord e Greci a Sud. Un bene inestimabile dell'epoca era il sale, grandissima risorsa di Roma, utilizzato per il condimento e il mantenimento delle provviste. Inoltre la posizione privilegiata sui Setti colli permetteva di godere di una visuale tattica sul vasto Lazio e controllare eventuali pericoli nemici. Roma, la cui gloria è perdurata e continuerà a perdurare ancora nei secoli, non fu fatta in un giorno.

29/12/14

La civilta cicladica



La storia greca deve il suo irresistibile fascino all'estrema molteplicità dei caratteri della sua tradizione: i Greci non furono solo gli Ateniesi o gli Spartani, ma tutti coloro che si insediarono nella terra dei miti. Greco era propriamente detto colui che parlava la lingua Greca, in netta contrapposizione con il barbaro orientale che aveva cultura e lingua completamente diverse.
Porta del tempio di Apollo a Nasso,
la più grande isola delle Cicladi, nel
mar Egeo

Ma quale fu la prima civiltà della Grecia? La prima civiltà a insediarsi nella Grecia risponde al nome di Civiltà Cicladica così detta perchè si sviluppò attorno alle isole Cicladi. Di questa popolazione non sappiamo molto,adombrata dalla ben più conosciuta Civiltà Minoica, l'antesignana della Grecia che tutti conosciamo.
Gli scavi archeologici, iniziati a partire dal 19esimo secolo, hanno permesso di delineare i caratteri di questo arcaico popolo: gli abitanti delle isole, prevalentemente  agricoltori e allevatori, dovettero la loro fortuna alla straordinaria prosperità del territorio. Ogni isola, infatti, vantava ricchezze rare e invidiabili : l'isola di Paro ,per esempio, era ricca di marmo, altre isole come Nasso e Delo, invece, erano famose per la grande abbondanza di oro, rame e piombo.


Scultura raffigurante Archiloco (VI sec. a.c), celebre poeta lirico
nativo di Paro.

Queste materie prime permisero lo sviluppo di una florida classe mercantile che intrattenne numerosi scambi commerciali con la futura civiltà Minoica. Proprio gli abitanti di Creta, complici problemi di ordine politico e economico, segnarono la fine di questa civiltà dimenticata.

Suonatore di lira. Lo stile minimal degli idoli
cicladici è stato apprezzato e riproposto anche da artisti
contemporanei.

Molto particolare risulta l'arte Cicladica:  nell'isola sono state rinvenute alcune statuette artigianali di marmo raffiguranti svariate figure, come artigiani, mercanti, cacciatori, con una particolare attenzione a corpi femminili dalle abbondanti dimensioni che con ogni probabilità raffiguravano la Dea Madre: questo culto venne importato a Creta, a sua volta ripreso da altre culture  precedenti. Sappiamo anche che erano ottimi marinai, come testimoniano le raffigurazioni di navi tecnologicamente all'avanguardia. Molti di questi reperti sono stati rinvenuti nelle necropoli nell'isole: a seconda degli utensili presenti nelle tombe è stato possibile individuare la classe sociale a cui apparteneva il morto.

Cronologicamente parlando, si tende a dividere la civiltà Cicladica in 3 macro periodi:

-Antico (3000-2500 a.c ca): insediamento e prima fase di sviluppo;

-Medio (2500 a.c ca): fase di massimo splendore;

- Tardo (2000 a.c ca): decadenza e tramonto dei popoli cicladici.