29/06/15

Tifone e la battaglia degli Dei

La misera fine dei giganti, sconfitti con l'aiuto del mortale Eracle, suscitò la grande furia di Gaia, la madra terra, indignata per il trattamento riservato ai danni dei propri figli. Fermamente decisa a vendicarsi di tale insolonze, si accoppiò con Tartaro e da questa unione nacque l'orrendo Tifone,secondo alcune versioni il mostro più grande che la terra abbia mai ospitato. Come altri mostri mitologici, Tifone viene descritto come un essere polimorfo, con cosce e braccia di velenosissimi serpenti, accompagnate da una grottesca e gigante testa d'asino.
Tifone non perse tempo  e attaccò subito l'Olimpo, generando non poco panico tra tutti gli immortali che , fuggiti in Egitto, si traformarono in uno dei loro animali sacri: Zeus assunse le sembianze di un ariete, Apollo di un corvo, Dioniso di una capra, Afrodite di un pesce ed Ares ed Ermes rispettivamente di un cinghiale e di un ibis.
L'unica grande dea che non si lasciò trasportare dal terrore e dalla preoccupazione fu Atena, la quale, con la sua abilità persusiva, convinse Zeus a sfidare il raccapricciante essere. 

Zeus scaglia la folgore contro Tifone
Il figlio di Rea attaccò Tifone con la sua infallibile folgore e lo costrinse a rifugiarsi in Siria: qui il combattimento proseguì serrato, ma ad avere la meglio fu Tifone, privando Zeus dei suoi tendini che racchiuse in una pelle d'orso protetta da Delfine, sorella del mostro.
La sconfitta di Zeus si rivelò una novità clamorosa e inaspettata: tra gli Dei , scoraggiati e timorosi, Ermete e Pan si diressero immediatamente verso Delfine e , unendo le loro uniche abilità, riuscirono a recuperare i tendini sottratti al capo degli Dei. 
Nel frattempo Tifone aveva incontrato le Moire, le quali gli offrirono dei frutti velenosi, spacciati per elementi dalle proprietà miracolose. Zeus, riottenuti i tendini, attaccò subito il mostro che per proteggersi lanciò contro di lui montagne altissime accatastate tra di loro: tuttavia le folgori benigne a protezione di Zeus fecero in modo che a subire il colpo fosse proprio Tifone, il quale, inerme, perse fiumi di sangue. Indicativo è il nome del monte presso il quale avvenne la battaglia: Emo, termine greco con il significato di sangue. La Sicilia fu l'ultima tappa di Tifone: qui, in preda ad una fuga disperata, fu schiacciato da Zeus nell'Etna, vulcano che da quel momento iniziò a sputare fuoco.

A Tifone è collegata anche un'altra importante figura mitologica: Echidna, mostro marino, raffigurato come una donna bellissima per la parte superiore del corpo e come un serpente maculato per la parte inferiore. Prima di scontrarsi contro Zeus e gli altri immortali, il figlio di Gaia si unì a Echidna e da tale unione nacquero mostri spaventosi e orribili: Cerbero, cane infernale con tre teste, Chimera e Idra. Figlio dei due fu anche Ortro, cane bicefalo a protezione della mandria di Gerione, ucciso da Eracle durante la decima fatica: da Ortro ed Echidna nacquero la Sfinge e il Leone di Nemea, che secondo alcuni furono figli dello stesso Tifone.